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venerdì 28 febbraio 2014

Gli asterismi (parte 2)


Ecco la seconda parte del post Gli asterismi. Qui un elenco degli asterismi più caratteristici e interessanti del cielo notturno boreale.


GRANDE CARRO
Costellazione: Orsa Maggiore
Osservabilità: tutto l'anno

Uno tra gli asterismi più conosciuti e facilmente individuabili nel cielo notturno. È composto dalle stelle principali della costellazione dell'Orsa Maggiore. Attenzione però, non va confuso con la costellazione intera.



PICCOLO CARRO

Costellazione: Orsa Minore
Osservabilità: tutto l'anno

Insieme al Grande Carro, il Piccolo Carro è molto famoso tra osservatori e appassionati e non. Anch'esso è composto dalle stelle principali dell'Orsa Minore, compresa Polaris (la stella polare), punto fermo intorno al quale l'asterismo gira nel corso della giornata.





CROCE DEL NORD

Costellazione: Cigno
Osservabilità: giugno-novembre

Asterismo poco conosciuto dai "profani", molto celebre tra chi osserva il cielo notturno. È formato dalle cinque stelle principali della costellazione del Cigno, poste in modo perfetto per mostrarsi come una perfetta, luminosissima croce.



CLESSIDRA 
Costellazione: Orione
Osservabilità: novembre-giugno

In molti conoscono la conformazione della famosa costellazione di Orione. Non tutti fanno caso però alla intuitiva sagoma di clessidra che hanno i bordi del corpo del mitologico gigante. In esso spiccano Betelgeuse, Bellatrix e le stelle della cintura.






GRANDE UNCINO


Costellazione: Scorpione
Osservabilità: giugno-settembre

È formato dalle stelle della testa dello Scoprione, luminosa e suggestiva costellazione estiva ricca di oggetti dl deep-sky. In esso spicca la supergigante rossa Antares.





CHIAVE DI VOLTA
Costellazione: Ercole
Osservabilità: aprile-agosto
La "chiave di volta" è formata dalle stelle centrali della costellazione di Ercole, molto alta nel cielo nei mesi primaverili ed estivi. L'asterismo, così come l'intera costellazione, non è molto luminoso, ma la sua struttura trapezoidale è facilmente riconoscibile. Al suo interno si trova il celebre ammasso globulare di Ercole (m13).






LA FALCE

Costellazione: Leone
Osservabilità: dicembre-giugno
La "falce" è composta dalle stellche fanno parte della testa della costellazione del Leone. Anche in questo caso sono disposte in modo molto reale e suggestivo. Fa parte di esso la luminosa stella Regolo (α Leo).



LA TEIERA

Costellazione: Sagittario
Osservabilità: giugno-settembre
Asterismo luminosissimo che rende molto facile individuare la costellazione del Sagittario. Al suo interno sono osservabili il centro galattico e un gran numero di oggetti galattici.






QUADRATO DI PEGASO
Costellazione: Pegaso
Osservabilità: tutto l'anno

Il quadrato di Pegaso è un asterismo molto esteso ed è formato da tre stelle dell'omonima costellazione e da Sirrah, della costellazione di Andromeda. Trovandosi vicino alla stella polare, è osservabile tutto l'anno, ma in particolare nei mesi invernali.




PUNTATORI
Costellazione: Orsa Maggiore
Osservabilità: tutto l'anno

Questo asterismo è conosciuto fin dall'antichità a causa del suo scopo, utilissimo nella navigazione e nell'orientamento. Muovendosi sull'asse di Merak-Dubhe (le ultime due stelle dell'Orsa Maggiore) con uno spostamento pari a cinque volte la loro distanza, si troverà la stella polare. 

STARGATE
Costellazione: Corvo
Osservabilità: febbraio-luglio

Bellissimo e suggestivo asterismo nella costellazione del Corvo. È formato da stelle che vanno da la sesta e l'undicesima magnitudine ed è osservabile con piccoli strumenti, osservabile a bassi ingrandimenti con qualsiasi telescopio.

giovedì 20 febbraio 2014

Hawking: cosa sono realmente i buchi neri


Ancora una volta Stephen Hawking, celeberrimo scienziato e matematico britannico, ha sorpreso tutti con la sua affermazione secondo la quale i buchi neri non sarebbero poi così neri. Per comprendere a pieno questa dichiarazione dobbiamo però prima avventurarci nella fisica di un buco nero e nelle varie teorie avanzate negli anni. Già alla fine degli anni 70’, in funzione delle leggi di un corpo nero, Hawking teorizzò un’emissione di radiazioni da parte dei buchi neri, definite “radiazioni di Hawking”. "Un corpo nero riscaldato a una certa temperatura emette radiazioni" questo è quanto la fisica ci insegna. Stranamente le radiazioni emesse da un corpo nero non davano alcuna informazione sul materiale precedentemente caduto dentro. Possiamo immaginare, per rendere tutto più semplice, il buco nero come un distruggidocumenti che ci restituisce la carta, ma strappata ed indecifrabile. Questo comportamento si scontra però con la legge quantistica della conservazione dell’informazione. Per quasi trent’anni quindi gli scienziati hanno tentato di confutare le tesi di Hawking e alla fine… ci ha pensato lui stesso risolvendo (si spera) l’arcano.

Per conciliare la meccanica quantistica con la teoria della relatività, il fisico inglese, ha recentemente messo da parte il concetto di “orizzonte degli eventi”, cioè il confine attorno ai buchi neri dopo il quale quel che è fatto è fatto: nulla torna più indietro. L’ho ha invece sostituito con un più comodo ”orizzonte apparente”. 

In sostanza gli effetti quantistici attorno ai buchi neri provocherebbero fluttuazioni imprevedibili nella struttura spazio-tempo, così da non permettere l’esistenza di una vera e propria linea di confine. Cosa significa? Queste fluttuazioni non sono altro che increspature sulla superficie quadridimensionale dello spazio-tempo. Facendo l'esempio dell'acqua : quando buttiamo un sasso nell'acqua ci è difficile trovare dei punti di riferimento stabili per via delle onde che si creano. Attorno al buco nero succede, più o meno, qualcosa di simile. Dal punto di vista della Relatività generale i due orizzonti sarebbero identici, conservando così le leggi fisiche di Einstein. Ma, da un punto di vista quantistico, l’orizzonte apparente in alcuni casi può anche sparire, lasciando così fuoriuscire radiazioni dal buco nero.

Quindi scompare anche il concetto di buco nero come singolarità spaziale. Aprendo una piccola parentesi: cos’è questa singolarità spaziale? In pratica dobbiamo partire immaginando lo spazio-tempo come un piano disteso. Quando interviene però una massa, spiega Einstein, lo spazio tempo si curva in funzione della grandezza della massa.


  Quando questa massa è concentrata in un singolo punto infinitamente denso, lo spazio-tempo si curva all'infinito. Il tempo cessa quindi di esistere. Questa situazione ( che è la stessa condizione del big bang) è definita singolarità.



Tornando ai buchi neri,  la materia catturata da essi quindi, non precipita e si dissolve al suo centro, ma è solamente trattenuta per un po’ di tempo dentro l’orizzonte apparente. E l’informazione che porta con sé non viene altrettanto distrutta, solo rimescolata alla rinfusa. Ma cosa c'entra questo con il fatto che i buchi neri non sono neri? Ebbene esiste in meccanica quantistica un fenomeno detto entanglment quantistico nel quale due particelle si comportano come fossero una sola. Quando una di queste due particelle entra nel buco nero, l’altra vi sfugge portando via con se una piccola parte dell’energia di quest’ultimo. Energia luminosa. Ecco quindi che i buchi neri non sono più perfettamente neri. Tutto ciò infondo non deve sorprenderci. La legge più importante dell’universo dice che niente è perfetto. L'universo stesso si è potuto formare per alcuni piccoli difetti nella distribuzione nello spazio delle particelle iniziali, difetti che hanno permesso alla gravità di agire creando….. tutto! Per questo, la prossima volta che qualcuno si lamenta di un vostro errore, suggerisce Hawking, rispondete che forse è meglio così, perché senza l’imperfezione né io né voi esisteremmo.

martedì 18 febbraio 2014

DAL BIG BANG AI BUCHI NERI. BREVE STORIA DEL TEMPO - Stephen Hawking


Titolo : Dal Big Bang ai buchi neri. Breve storia del tempo.
Autore: Stephen Hawking
Casa editrice : BUR, Biblioteca Universale Rizzoli
I edizione: 1988
Genere : saggio di divulgazione scientifica
Pagine: 217 



Perché la natura è così com'è? È possibile che un giorno gli effetti precederanno le cause ed il tempo scorrerà all'indietro? Sono solo due delle domande che il professor Stephen W. Hawking ci permette, attraverso le leggi della fisica, di analizzare in questo libro. In soli 10 capitoli l'ex professore lucasiano di matematica ripercorre, equazione dopo equazione, teoria dopo teoria, l'intera storia dell'universo. Dalla concezione aristotelica, alle teorie più recenti e stravaganti, passando per la relatività di Einstein e lo spazio-tempo. I buchi neri sono il luogo in cui queste teorie così "strane" prendono il sopravvento sul buon senso e si mostrano nella loro maestosità. Al termine di questa avventura nella quale Hawking cerca Dio (o forse la sua assenza), il professore si concede una breve parentesi con 3 capitoli dedicati ai 3 scienziati più influenti, a suo parere, nella storia della scienza : Galileo Galilei, Albert Einstein ed Isaac Newton al quale si dice particolarmente legato essendo nato esattamente 300 anni dopo lui ed avendo occupato la sua stessa cattedra a Cambridge.

Ad essere sinceri in molti passi non è un libro semplice e lineare, specie se non si ha una conoscenza minima della fisica almeno per quanto riguarda le leggi fondamentali. Mentre la prima parte assume infatti più un'impostazione storica descrivendo le leggi base della fisica ormai ampiamente riconosciute e le vecchie teorie ormai andate in pensione, dal quarto capitolo in poi è interamente basata sulla meccanica quantistica nella quale il "buon senso" viene messo da parte in favore di teorie stravaganti... ma giuste! I capitoli più interessanti e degni di nota sono senza dubbio il quarto, nel quale si espone il principio di indeterminazione di Heisenberg, ed il settimo nel quale l'autore si concentra sul concetto di buco nero e sul fatto che essi non sono poi esattamente "neri"... ;)


"Equidistanti dagli atomi e dalle stelle noi stiamo espandendo gli orizzonti della nostra esplorazione ad abbracciare sia l'estremamente piccolo che l'estremamente grande" - Carl Sagan nell'introduzione

sabato 15 febbraio 2014

Pop art solare

Questa mattina, informato da un amico dalla massiccia presenza di macchie solari e dopo aver controllato sul SOHO che effettivamente ne valeva la pena, decido di portare fuori il telescopio e provare ad osservarle. (Osservare il Sole solo con gli appositi filtri, io uso l'Astrosolar)



Un po' di dati tecniCi sono due bei gruppi: il 1974 in basso a sinistra e il 1977 in alto a destra; e due macchie singole in mezzo: la 1976 più grande verso sinistra in basso e la 1980 più piccola in alto a destra.
Decido poi di provare a fare qualche scatto con il metodo afocale, appoggiando il mio smartphone all'oculare. Come impostazioni ho usato messa a fuoco automatica e ISO automatico.
Il risultato è quello a lato: non è perfetto ma fa ben sperare. La messa a fuoco non è perfetta e c'è qualche macchia (in alto a destra, sopra quelle solari ben più gradite) che da fastidio.
L'oculare utilizzato è il Meade 4000 26 mm che da 57 ingrandimenti e 54' di campo reale (quello apparente del sole è di circa 32').






Poi giocando un po' con Paint e Picture Manager per cercare di mettere in risalto le macchie mi è venuta un'idea! Ecco qua cosa si può fare con qualche semplice strumento ed un po' di fantasia! 





NOTTE DI STELLE - Margherita Hack, Viviano Domenici

Titolo: Notte di stelle
Autori: Margherita Hack, Viviano Domenici
Casa editrice: Sperling paperback
I edizione - ottobre 2011
II edizione - 2012
III edizione - ottobre 2012
Formato: cartaceo, ebook
Pagine: 310 + inserto di 14 pagine con foto a colori
Argomento: divulgazione scientifica - mitologia delle costellazioni.

Il libro è composto da 18 capitoli, in ognuno di essi viene presa in esame una costellazione o porzione di cielo; il capitolo è dunque suddiviso in tre parti:
1) Descrizione tecnica della costellazione con analisi di stelle e oggetti del cielo profondo (Margherita Hack)
2) Miti legati ai protagonisti delle costellazioni (Viviano Domenici)
3) Storia delle osservazioni e delle scoperte riguardanti il cielo notturno (Viviano Domenici)


"Gli autori ci accompagnano per mano tra scienza e antichi miti, invitandoci a contemplare il più grande spettacolo del mondo" - Corriere della Sera

Proprio così, l'astrofisica divulgatrice Margherita Hack racconta i fantastici fenomeni dell'universo come un'insegnante che spiega ai suoi alunni. Il linguaggio è dunque scorrevole e comprensibile, nonostante la grande mole di contenuti tecnico-scientifici. Non mancano un pizzico di note autobiografiche riguardo le scoperte e le soluzioni agli enigmi stellari compiute dalla Hack nella sua memorabile carriera.
Viviano domenici è invece pronto a spiegarci i miti e le legende inerenti le costellazioni. Trova spazio in ogni capitolo lo spazio storico con la storia delle osservazioni, delle scoperte o delle loro denominazioni moderne.

Consigliato a chi vuole compiere un suggestivo viaggio tra ammassi stellari e nebulose andando a scoprire i miti che si celano dietro le costellazioni "incastonate" da millenni nel firmamento.